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Tailandia: appunti a matita Bangkok Chiang Mai Koh Samui Sukhothai Ayuthaya


Diario del viaggio: giorno 8 di 24 ( torna all'indice del diario )


18 agosto 2002 domenica
Chiang Mai.
Spazzolata la solita abbondantissima colazione, andiamo nell'agenzia viaggi "Sunny" davanti al nostro hotel e prenotiamo, dopo le solite contrattazioni, un "trekking da due giorni e 1 notte" al costo di 850 bath cadauno.
Ci facciamo portare in centro con un samloor (30 bath), ma il vecchietto che pedala non capisce una mazza e infatti ci porta da un'altra parte.
Volendo oggi fare un giro nei dintorni della città, noleggiamo uno scooter 4 marce che, con assicurazione, ci costa 180 bath per tutto il giorno.
Come consigliato dal noleggiatore, ci mettiamo i casco (che sono obbligatori anche se sembrano di polisterolo, tanto sono leggeri) e prendiamo subito la strada per raggiungere la montagna Doi Suthep per visitare il famoso tempio locale caratterizzato dalla lunga scalinata di ben 300 gradini che bisogna salire per accedervi.
Appena usciamo dalla città, c'è una pattuglia di poliziotti thai che ferma un pò tutti i motorini che passano. Stiamo per rallentare anche noi ma vediamo che il poliziotto ci fa un vistoso gesto facendoci OK all'americana col pollice alto perchè eravamo i soli ad avere il casco e ci dice che possiamo andare, che figata!
Arranchiamo su per i ripidi tornanti del Doi Suthep (montagna alta più di 1600 metri) finquando raggiungiamo, vicino alla vetta, il tempio, uno dei più sacri della Thailandia settentrionale, costruito nel 1383.
Ovviamente il posto è pieno di venditori di souvenir e noi riusciamo a comprare qualcosa anche qui. Si tratta di un simpatico elefantino in legno scuro alto una trentina di cm veramente ben fatto che acquistiamo alla cifra di 200 bath dopo infinite contrattazioni (ne chiedevano 550).
Il tempio (Wat Phra That Doi Suthep) è molto bello, ma il tempo minaccia e, infatti, facciamo appena in tempo a discendere la scalinata e a raggiunge un ristorante/bancarella per mangiare qualcosa che comincia a diluviare.
Prendiamo riso, noddle in brodo e acqua per soli 70 bath.
Fortunatamente piove per una sola mezz'oretta e appena smette, per il gran caldo, la strada si asciuga subito.
La nostra gita in montagna continua. Visitiamo un villaggio di una tribù "Hmong" poco distante che in verità aveva un aspetto molto turistico.
Poi, idea geniale, facciamo una camminata per raggiungele le vicine (2 km) cascate Nam Tok Sai Yai. Dovrebbe essere una passeggiata tranquilla ed invece si tratta di un sentiero con pendenze impossibili in mezzo a una vegetazione fittissima, a vari tratti ultra fangosi, a tronchi abbattuti su cui camminare per attraversare ripidi rigagnoli d'acqua, a radici di alberi da utilizzare come scalini naturali per arrampicarsi e superare irti dislivelli. Tra scivolate varie a causa del terreno bagnato ed un incredibile cinguettare di uccelli, arriviamo infine ad una bella cascata. E' bella sì, ma difficile da gustare dopo una così inimmaginabile fatica. E avevamo con noi pure la zavorra dell'elefantino in legno!
Poi ritorno in città a manetta con lo scooter giù per il monte (meglio che per il "Passo del Muraglione"): che figata!
Facciamo il pieno (30 bath), riconsegnamo lo scooter e torniamo in hotel.
Che faticaccia, oggi. Speriamo almeno che questa camminata sia servita a rassodare le chiappe e da allenamento per il trekking di domani. Eravamo proprio stravolti, anche a me che vado matto per la lotta nel fango -e li ce n'era proprio tanto!- non mi è venuto neppure in mente di rotolarmici dentro.
Saremo stati gli unici a vedere quelle cascate. In più di due ore di camminate abbiamo incontrato solo 4 persone e non erano per niente infangate (segno evidente che avevano rinunciato di arrivarci ai primi segni di terreno non idoneo), mentre noi eravamo lerci da fare schifo.
Domani facciamo la due giorni di full immersion nella foresta, speriamo di tornare a casa integri. Comunque io stasera vado a comprare un "salva-bambino" Beghelli da applicare alla Cristina, che altrimenti domani la perdo sui monti thailandesi.
Stasera piove a dirotto, tanto che sembra impossibile uscire dall'hotel. Fortunatamente, l'intesità del rovescio cala un poco e riusciamo a raggiungere il ristorante indiano che si trova a 100 metri.
Si chiama Whole Earth ed è molto bello e vegetariano. Ci fanno levare le scarpe e sedere sotto il portico al primo piano. Ordiniamo una specie di piada (Nan), spaghetti di soya e tagliolini con tofu: tutto molto buono, servito in piatti bellissimi con decori a forma di fiore fatti con carote bianche. Poi prendiamo pure il dolce, due palle bianche e nere con pezzetti di nocciola. Il conto è relativamente caro per la Thai (385 bath, che sarebbero comunque meno di 10 euro) ma ne valeva veramente la pena.
Torniamo in hotel che piove lievemente poi, appena arrivati in camera, ci accorgiamo che ha ripreso a diluviare. Speriamo bene. Se domani fa così, siamo a posto con il trekking!
( continua a leggere il diario del viaggio )
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