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Tailandia: appunti a matita Bangkok Chiang Mai Koh Samui Sukhothai Ayuthaya


Diario del viaggio: giorno 2 di 24 ( torna all'indice del diario )


12 agosto 2002 lunedì
Bangkok - Ayuthaya.
Dall'aeroporto della capitale Thailandese andiamo a piedi, semplicemente attraversando un cavalcavia pedonale, alla stazione ferroviaria di Donmuang.
Ci siamo solo noi due di razza occidentale tra decine e decine di thai locali che, tra veditori ambulanti di cibo e generi vari, tranquilli attendono i loro treni.
Riusciamo a fare due biglietti (51 bath cadauno) di terza classe per Ayuthaya un pò facendoci capire e molto grazie alla cortesia dei bigliettai che si prestano in mille modi per aiutarci. E' da sottolineare che tutti gli orari ferroviari sono scritti in caratteri thai, che noi assolutamente non comprendiamo.
Per le dimensioni e le strutture della stazione, sembra di essere in piena thailandia rurale eppure i biglietti vengono stampati col computer e sopra vi sono indicati il numero di carrozza e di sedili che in tale maniera ci vengono riservati.
Il treno è stracolmo di gente in ogni dove e mentre stiamo pensando che il sistema di prenotazione funziona peggio che in Italia e di dover fare tutto il tragitto (1 ora circa) in piedi, arriva una specie di superpoliziotto ferroviario che gentilmente ma con efficacia mette tutti a sedere al proprio posto in meno di un minuto.
Arrivati ad Ayuthaya prendiamo un tuk-tuk e ci facciamo portare all' Hotel Ayothaya scelto, mentre eravamo sul treno, tra quelli indicati sulla nostra guida L.P.
Il tuk-tuk equivale ad un nostro apecar. Ti fanno salire sul cassone, sempre super addobbato e molto personalizzato, e ti sballottano alla massima velocità per le vie del centro, frenando sempre all'ultimo minuto ed infilandosi in ogni pertugio del traffico.
L'hotel dispone di aria condizionata, Tv, frigo doccia calda e WC in camera e ci costa 1000 bath a notte (ne passeremo due qui) e nel complesso è un pò vecchiotto, ma non è male e c'è pure la piscina.
Si è fatta notte e girando per il mercato, pieno di venditori di cibo (almeno dicono che sia cibo), magliette e DVD alquanto non-originali, ci ritroviamo a cenare in un tipico localino in legno (da "Pa-Toi") proprio di fronte alle rovine della città antica illuminate da magnifici fuochi artificiali prima e dai lampi di un breve ma intenso temporale poi.
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