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Tailandia: appunti a matita Bangkok Chiang Mai Koh Samui Sukhothai Ayuthaya


Diario del viaggio: giorno 22 di 24 ( torna all'indice del diario )


01 settembre 2002 domenica
Bangkok.
Ci alziamo e subito controlliamo che tempo fa. In un cielo velato da nubi ogni tanto spunta fuori un timido sole, c'è molta umidità, ma sembra che non debba piovere.
Dopo un'abbondante colazione, ci prepariamo per i giri della giornata che saranno incentrati sulla visita delle aree storico-culturali della città.
Essendo domenica, forse l'unico giorno della settimana in cui il traffico è abbastanza tranquillo, decidiamo di raggiungere la nostra prima meta, la zona del Palazzo Reale, utilizzando un bus pubblico di linea.
La fermata è vicina al nostro hotel. Prendiamo due biglietti (al costo irrisorio di 7 bath!) e ci accomodiamo seduti su un autobus vecchiotto e poco affollato. Durante il breve tragitto, che si svolge senza problemi di traffico, possiamo osservare parte della città con le sue alterne costruzioni. Grattacieli ultramoderni si alternano a templi e a edifici storici. Le larghe vie del centro, le rotonde grandissime e le numerose strade sopraelevate danno un assaggio della moderna metropoli che è diventata Bangkok.
Scendiamo a 300 metri dal Grand Palace, ci incamminiamo e dopo pochi passi un tipo ci aggancia spiegandoci che il Palazzo Reale la mattina è chiuso ai turisti e ci offre, per ingannare l'attesa, di fare un mini-tour in tuk-tuk per visitare alcuni monumenti sparsi per la città e dei centri commerciali al prezzo stracciato di 30 bath. Noi, poveri fessi, abbocchiamo subito. E pensare che avevamo anche letto qualcosa al riguardo sulla L.P.!
Il tour consiste, unitamente alla visita della Montagna Dorata (un tempio su una piccola collinetta in pieno centro con vista panoramica su parte della città) e di una famosa statua di un Buddha di cui non mi ricordo neppure il nome, in ripetuti e neppure tanto convinti tentativi da parte del conducente di farci entrare in più negozi possibile. Questo nella vaga speranza che noi compriamo qualcosa, il che significherebbe, per il conducente, il riconoscimento di una piccola provviggione sul venduto dal negoziante.
I posti dove ci porta, anzichè centri commerciali, sono tristi negozi di aspetto tutt'altro che attraente. La merce venduta, oro, bigiotteria, abbigliamento, suppellettili, ha un che di vecchio, dozzinale e poco appetibile. Seppure un pò rammaricati per i mancati guadagni del nostro pilota-accompagnatore, che in verità è un ragazzo gentile e simpatico, dopo un pò gli spieghiamo che non siamo interessati e lui ci riporta dove ci ha raccolto senza fare nessuna obbiezione.
Peccato che fra una cosa e l'altra abbiamo perso un paio d'ore buone.
Torniamo al complesso del Palazzo Reale, dove i cartelli degli orari indicano che è aperto tutto il giorno, facciamo una piccola fila e dopo avere pagato il biglietto (200 bath cad.) finalmente entriamo.
Sapendo che il posto è considerato sacro dai thailandesi e che quindi l'ingresso è vincolato a criteri di rispetto e decenza anche nel vestire, noi ci siamo presentati in abiti abbastanza castigati (bermuda e t-shirt ben chiusa), ma non è bastato. Nonostante il gran caldo, ci prestano da indossare un paio di pantaloni lunghi (per me) e un sarong da allacciare in vita (per la Cry, che è anche invitata a mettersi una felpina a maniche lunghe che si era portata dietro immaginandone la necessità).
Visitiamo Il Wat Phra Kaew o Tempio del Buddha di Smeraldo con le sue strutture variopinte, i tetti arancione e verde, le imponenti pitture murali e le decine di chedi decorati scintillanti al sole.
Fa un gran caldo e siamo già stanchi per il camminare. Per spostarci al vicino Wat Po, pur di non farlo a piedi, decidiamo di prendere il Chao Phraya River Express, che sarebbe il servizio pubblico di trasporti fluviali della città.
Ci dirigiamo verso il vicino punto di imbarco e, mentre attendiamo il nostro battello, notiamo come il molo sia attrezzato per ogni esigenza di turisti e thailandesi. Ci sono bar, ristoranti, bancarelle che vendono cibo cotto, frutta, abbigliamento e souvenirs. Noi acquistiamo delle cartoline e poi saliamo, saltando dal pontile, sulla nostra Boat che discende il fiume e in pochi minuti ci porta (per 6 bath a testa) alla fermata Tha Tien, molto vicina al tempio.
Il Wat Po (ingresso 20 bath a testa) è il più antico tempio di Bangkok e al suo interno si trova l'imponente, la più grande della Thailandia, statua del Buddha disteso che è alta 15 e lunga ben 46 metri.
Dopo avere girato in lungo e in largo il monastero e un pò di riposo all'ombra, traghettiamo (2 bath cad.) sull'altra sponda del fiume e scendiamo a Thonburi per andare a visitare il Wat Arun (ingresso 20 bath a persona) un tempio a piramide bello e famoso, stampigliato su tutti i depliants pubblicitari di Bangkok. Saliamo le ripide scale e raggiungiamo un punto panoramico da cui si gode un bello scorcio sul fiume e la città.
Ritraghettiamo (ancora 2 bath a testa) e attendiamo l'Express Boat col quale discendiamo il fiume (8 bath cad.) fino al molo Tha Sathon, vicino allo Shangri-La un famoso, ultralussuoso hotel che si affaccia sul fiume.
Non si può fare a meno di sottolineare che il fiume di Bangkok, il Chao Phraya, è di colore marrone da fare schifo, sembra un'immensa pozzanghera, e che i piloti delle numerosissime barche che lo solcano sono dei veri pazzoidi con licenza (forse) di guida. La cosa più incredibile è che ci sono ovunque decine e decine di bambini che approfittano delle sue acque per divertirsi facendoci tuffi e nuotate.
Dal molo, con pochi passi, arriviamo alla stazione dello Skytrain che usiamo (25 bath ognuno) per andare a Siam Square, la fermata in mezzo ai grandi centri commerciali. Facciamo una visita al MBK un grandissimo, immenso e affollatissimo, centro commerciale. Camminiamo per chilometri di negozi, mangiamo, ci riposiamo. Sarà per la confusione o per la stanchezza ma, a parte una cover per cellulare (150 btah), non riusciamo a comprare nulla.
Questi grandiosi centri commerciali sono strutture ultra moderne in vetro e acciaio, piene di ascensori, scale mobili e altre futuristiche tecnologie: siamo lontani anni luce dalla Thailandia rurale tranquilla e paciosa visitata finora. Eppure continuiamo a stupirci della devozione e osservanza religiosa del popolo thailandese. Ogni tanto rimaniamo a bocca aperta vedendo, pure all'interno di questi monumenti al progresso, cellette con altari e offerte a piccole statue di Buddha di fronte alle quali c'è sempre qualcuno (impiegati, commessi, passanti ...) intento a pregare, ad accendere candele o lasciare fiori di loto.
Risaliamo sullo Skytrain questa volta per scendere a Patpong (20 bath a testa) zona turistica molto nota sia per l'alto numero di locali di spogliarelli (e altro) che per il famoso mercato dove si può trovare qualsiasi cosa taroccata (nel senso di non-originale) che uno cerchi.
Stranamente la Cristina non mi lascia entrare in nessun locale, dai quali invece escono, cercando di convincerti con depliants e chiacchiere, decine e decine di butta-dentro.
In compenso riprendiamo a fare shopping al mercato del fasullo. Compriamo un sarong (140 b.), una felpina a maniche lunghe (240 b.), una camicia (180 b.) e due polo (entrambe per 240 b.).
Ormai è notte, passiamo a mangiare qualcosa al vicino Mc Donald's e poi mi compro anche un finto portafoglio Nike (100 b.) prima di tornarcene con lo Skytrain (20 bath a testa) in albergo.
( continua a leggere il diario del viaggio )
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