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Tailandia: appunti a matita Bangkok Chiang Mai Koh Samui Sukhothai Ayuthaya


Diario del viaggio: giorno 10 di 24 ( torna all'indice del diario )


20 agosto 2002 martedì
Chiang Mai trekking.
Sveglia ufficiale alle 8:00 ma già da tempo siamo desti nei nostri sacchi a pelo ad ascoltare, oltre i suddetti galli, una compilation di rumori vari proveniente da gente che lavora e bestie varie (cani, maiali, galline ecc.).
Facciamo un'altra megacolazione con pane abbrustolito sul fuoco, uova al tegamino, caffè, tè, marmellate varie e le solite frutte.
Le nostre amiche olandesi, dopo avere imburrato anche il tavolo, si scolano pure una bottiglia di coca cola.
Alle ore 10:00, dopo avere girovagato liberamente per il villaggio, si riparte. Oggi la strada dovrebbe essere tutta discesa e invece andiamo ancora in salita. Attraversiamo villaggi e saliamo proprio sul top della montagna e verso le 12:00 arriviamo (dopo due ore di marcia!) ad un fiume dove facciamo un altro bagno.
Ripartiamo e dopo un'altra mezz'ora di camminata arriviamo ad una strada dove troviamo ad apettarci il nostro pick-up. Salutiamo i tre inglesi che, facendo il 3 days trekking, prendono di nuovo la via delle montagne con la guida più anziana e saliamo sul solito cassone.
Dopo pochi minuti di strada, arriviamo ad una trattoria dove ci viene servito il pranzo. Non facciamo in tempo ad entrare che comincia nuovamente a diluviare. E' veramente incredibile come, nonostante i ripetuti acquazzoni, continuiamo a non prendere una goccia d'acqua addosso: speriamo che la sorte continui ad essere dalla nostra parte.
Oggi a pranzo abbiamo tagliolini (non tanto ini, anzi sembrano tagliatelle) con verdure seguiti da ananas e cocomero a volontà. Nella trattoria compriamo un borsellino a tracolla (20 bath) realizzato artigianalmente dai componenti della tribù.
Nel frattempo ha smesso di piovere a catinelle, salutiamo la guida Tin che riparte per la montagna con un altro gruppo di turisti (per me si fa un tour al dì) e ci prepariamo per il bamboo-rafting.
Si tratta di discendere un tratto di fiume su imbarcazioni costituite da 10 lunghissime e veramente grosse canne di bambù tenute unite da due striscie di gomma ricavate da vecchi pneumatici. Un thai stà davanti e pilota il mezzo aiutandosi con una lunga pertica, due persone stanno sedute al centro su apposite seggiole (ovviamente di bambù) e una terza rimane seduta dietro, per controbilanciare il conducente, direttamente sulle canne che fanno da scafo: praticamente seduta sulle acque.
Fortunatamente io e la Cry becchiamo i due posti sul trespolo con solo i piedi a mollo, mentre in coda alla nostra zattera con le terga appoggiate sulle tiepide acque del fiume abbiamo una delle due ragazze olandesi.
Questo rafting, tuttaltro che pericoloso, è veramente piacevole perchè dopo due giorni di continue scarpinate consente di gustarsi pittoreschi paesaggi fluviali comodamente seduti e le acque del fiume sono perfette per difendersi dal caldo umido che è veramente assillante quando non piove.
Dopo un'ora di bagnomaria con ripetuti tentativi di farci capottare del nostro pilota thai, giungiamo indenni al punto di arrivo (che è dove siamo partiti con gli elefanti il giorno prima).
Il nostro "Two Days Trekking" è terminato. Tutto è andato per il meglio, la Cristina non si è smarrita e la robusta turista americana ha perso un paio di etti di grasso. Mentre i conducenti thai smontano le zattere per caricare i lunghi pali di bambù su un pic-up col quale li riportano al punto di partenza per nuove discese con altri gruppi di turisti, scattiamo fotografie con tutti gli elefanti che ci sono nella zona (e sono tantissimi!).
Dopo avere comprato (100 bath) dal "fotoclick" della zona una foto con tanto di cornice che ci ritrae a bordo del pachiderma di ieri e un'ora di strada in pick-up siamo di nuovo al Chiang Mai Plaza.
Ritiriamo i nostri bagagli, fermiamo un samloor a motore ci facciamo portare al nostro nuovo mega hotel Rydges Tapae Chiang Mai dove occupiamo la camera che ci avevano prenotato ieri i due ragazzi milanesi.
L'hotel costa 1.400 bath (con colazione) a notte e li vale proprio tutti. Ci laviamo a fondo e riponiamo i panni usati per il trekking, che sono veramente puzzolenti, in sacchetti di nylon serrandoli al massimo nella speranza che il tanfo non impregni tutto quanto abbiamo nelle valige.
Sono due ore che siamo tornati dai monti e di nuovo piove a dirotto: che fortuna che abbiamo avuto.
Usciamo per cena e, magicamente, smette di piovere. Mangiamo al Kafe, un ristorantino che si trova di fronte all'hotel, scegliendo gamberetti e verdure fritte, involtini primavera, due birre Chang e un cono ice-cream (spesa 185 bath).
Facciamo un breve giretto ma la pioggerella e la stanchezza ci consigliano di tornare in camera presto.
( continua a leggere il diario del viaggio )
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